Le Cronache di Narnia

“Ai molti che scorgono – con infinità sicumera – dietro ogni Mistificazione un Grande Mistero, noi affermiamo che il più Grande Mistero è la Mistificazione”, così recitava una IV di copertina di uno dei tanti volumetti sottilmente pastellati con un variegatissimo pantone di colori, declinato in sottili nuances. Dal che ne discende che ai Molti non è dato capire pressoché Nulla o quasi. Del resto – andiamo con una citazione a braccio – non era forse il (cattivo) ma sempre Maestro, Guénon che scriveva “qualora i più avessero preso contezza dell’Orrore che si cela presso gli Olimpici sarebbero preda del Terrore più assoluto, pietrificati da uno Spavento Incommensurabile, afflitti da una stoccata fatale. Temiamo che sia per questo “processo” noetico che assistemmo ad una surreale conversazione ove un interlocutore cercava vanamente di illustrare l’enorme impatto che ebbe la casa editrice Einaudi, in particolare quando fu capeggiata dal bianco candido vestito struzzo, Giulio Einaudi – sulla “Zivilisation” italica, impatto, egida che mesmerizzò, orientandone financo le più recondite fibre del tessuto sociale, in un chiaro (a chi aveva l’ardire di scorgerlo) secondo un chiaro disegno sinistro-marxista. Nonostante l’acclarata evidenza dei fatti su descritta il secondo interlocutore appariva del tutto incredulo rispetto ai racconti del primo: meraviglia della pura ignoranza. Questo per dire che possano esistere, agire, concretizzare, solidificare, manifestare una verace opera – usiamo un eufemismo – “stilizzazione” di una intera psicologia, pedagogia, modus vivendi, fenomenologia, Weltanschauung (visione del mondo per intenderci) della Gemeinwesen (del Sociale insomma) eppure esse risultano paradossalmente sconosciute o intraviste appena ma per nulla sedi, siti, delle operazioni sin qui descritte.

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