CAVE CANEM. Anche scaricando nel WC alla turca…

Cave Canem.  Anche scaricando nel WC alla turca una messe di trattati di psicologia delle masse non si può non aver la lampante evidenza che queste abbiano un istinto animale built-in in loro stesse. Istinto animalier – sorta di gut feeling -che le porta quasi automaticamente a sussumere gli Stati d’Animo del Tempo non solo in maniera immediata ma anche e soprattutto di farsi partecipe, interprete di quei precisi sintomi come fossero propri (di auto-cooptarsi in quella dimensionalità). Le masse – proprio per questa fenomenologia in atto (vera e propria psicologia del profondo) – hanno adottato prontissimamente una effigie, hanno sposato una estetica galeotta, piratesca, foggiata su stilemi da bucanieri, da veri e propri avanzi di galera: da qui orecchinati a gò-gò, mega-tatuati a macchia di leopardo quasi ovunque ovverossia il ritratto perfetto, adamantino della Bruttezza.[1]

Quando la Weltanschauung dell’intero Occidente si è volta verso il Brutto,[2] generandolo, coltivandolo, nutrendolo, ingigantendolo, facendolo proliferare scientemente, il corpo informe, anodino, afono delle Masse Tutte ha fisicamente introiettato tutto ciò in sé, apoditticamente. Un tempo le Masse vedevano mitopoieticamente le star hollywoodiane – quasi le traguardassero – in guisa di ambiziosi target che non si potevano raggiungere ma nonostante ciò rimanevano in essere: impresse come indelebili esempi da imitare (per quanto possibile). Questa era del resto la funzione di quella Macchina della Turlupinatura che risponde al nome di Hollywood. Turlupinatura che, da notare, aveva un lato non disprezzabile affatto: era in totale sintonia e sincronia con i voleri e le intenzioni del Capitale di allora, caratterizzato dallo sviluppismo, dall’iper-espansione, dal raggiungimento della Società Opulenta (di galbraithiana memoria). Tutto il contrario dell’aria che tira oggidì: la Carestia Totale. Allora a solo esempio, ne potremmo invero citare assai, Grace Kelly era il punto d’arrivo dell’estremo chic per la compagine femminile quanto un Cary Grant lo era per quella maschile. Anche il meno abbiente che soleva spuntare, osando, la domenica mattina alla meneghina Piazza Duomo si paludava cogli stilemi del buon vestire d’antan: camicia rigorsamente bianca, vestito e non spezzato, cintura di pelle (seppur stazzonata), cravatta di rigore possibilmente regimental, scarpe di cuoio degne di tal nome. Una mimesi (alla bene e meglio) delle icone cinematografiche en vogue. Oggi l’obiettivo è 50 Cents, Fedez, Corona, Beckham, Sferaebbasta et alii: no comment indeed. Gangsta-rapper come All Stars. Il Rovesciamento di Prospettiva che lo Scorfano di Sils Maria – Nietzsche – aveva in mente, trasmutazione di tutti i valori in negativo, nel loro negativo.[3]

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La Frociata

Poco dopo il Giro di Boa che sancì l’epifania della devastante ondata subita negli anni Ottanta (deregulation,[1] reaganismo, thatcherismo,[2] la Milano-da-bere) – era trascorso da poco l’anno 1990 – Mister Wild Kentucky Bourbon (meglio conosciuto sotto le spoglie di George Walker Bush) stappò, esultante, il napalm brandizzato a Stelle & Strisce scatenando l’Inferno contro l’iraqeno Saddam Hussein che altro non era che un fantoccio messo sullo scranno decenni prima proprio dalla stessa cricca, quella dei jeans Levi’s, dei McDonald, dei Cupertino, di Silicon Valley, di Aspen, del Laurel Canyon, di  Tin Pan Alley, di Hollywood,[3] di WalMart, di Twin Peaks, di Mulholland Drive e via di seguito. Si trattava della FROCIATA come la ebbe a definire fulmineamente il Grande Eresiarca – Gianni Collu – che ne ebbe chiarissima, granitica contezza a pochi mesi dall’accaduto.

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